Da Corot a Picasso e Da Fattori a de Pisis
La Phillips Collection di Washington
La sezione della mostra dedicata alla Phillips Collection costituisce uno splendido incontro con una delle più prestigiose collezioni di arte americana ed europea, che comprende opere di Renoir, Van Gogh, Bonnard, Cézanne, Picasso, Monet, Daumier, Braque, Corot, Courbet, Kandinsky, Kokoschka, Modigliani, Manet, Odilon Redon, Sisley, Utrillo, Rousseau.Inaugurata nel 1921, la Phillips Collection è il primo museo di arte moderna in America.
E’ costituito da circa 2500 opere di artisti moderni e di impressionisti ed è ubicato nella residenza Georgian Revival del 1897 di proprietà del suo fondatore, Duncan Phillips e in altre residenze minori nel quartiere Dupont Circle in Washington, D.C. La Phillips Collection organizza regolarmente particolari ed apprezzate mostre, alcune delle quali a livello internazionale. Duncan Phillips (1886 -1966) ha avuto un ruolo centrale nel far conoscere l’arte in America. Nato a Pittsburgh - nipote di James Laughlin, banchiere e fondatore della Jones e Laughlin Steel Company – si trasferì con la sua famiglia a Washington, D.C. nel 1895. Dopo la morte improvvisa e precoce del padre e del fratello, fondò con sua madre, Eliza Laughlin Phillips, la Phillips Memorial Gallery.
A partire da un piccolo nucleo di opere, Phillips, che già era un critico d’arte, lavorò duramente per ampliare la collezione. Una sala appositamente costruita con illuminazione naturale sull’ala nord della casa paterna era lo spazio della galleria aperto al pubblico. La Collezione continuò a crescere e nel 1930 la famiglia di trasferì in una nuova casa e trasformò ufficialmente la residenza nella 21a strada in un museo. Phillips considerava il suo museo come “una forza memorabile e benefica nella comunità dove vivo, una influenza che dà gioia e migliora la vita aiutando la gente a vedere la bellezza come la vedono gli artisti.”Duncan Phillips conosce l’artista Marjorie Acker nel 1920 e la sposa alla fine del 1921. La coppia collezionerà più di 2000 opere d’arte, con scelte spesso rivoluzionarie per il loro tempo, quando l’America era largamente critica del modernismo. Contribuirono così ad accrescere la consapevolezza e l’apprezzamento per i loro artisti e per le loro opere. Phillips collezionò alcuni maestri del passato come El Greco perchè era il “primo espressionista appassionato”, altri come Jean Simeon Charadin perchè “in questo modo tutti i pittori conoscano il primo pittore moderno” e Edouard Manet perchè lo considerava un “legame significativo di una linea che inizia con Goya e porta a Gaugin e Matisse.”Nel 1923 Phillips acquistò Il Pranzo dei Canottieri (1880-1881) di Renoir, un’icona dell’impressionismo che oggi è considerata l’opera più famosa del museo.
La Collezione di Giuseppe Ricci Oddi
Difficile dire cosa abbia spinto al collezionismo il nobile piacentino Giuseppe Ricci Oddi (1868-1937). Di per sé in gioventù si era occupato soprattutto di sport e si era dedicato a studi di legge nelle Università di Roma e di Torino e l’arte sembrava lontana dai suoi interessi ma dai primi anni del Novecento, inizialmente in maniera quasi casuale, la passione per la pittura e la scultura divenne per lui ragione di vita. Egli infatti impiegò le sue cospicue sostanze (derivate da rendite agrarie e da investimenti industriali) per mettere assieme un’imponente raccolta, sulla base di criteri rigorosi. Esclusa l’arte antica, Ricci Oddi collezionò dipinti, sculture e opere grafiche dall’Ottocento romantico ai suoi tempi, che divennero infine gli anni Trenta del Novecento. Il suo sguardo era singolarmente allargato, anzi travalicava del tutto l’ambito locale, che veniva trascurato: gli acquisti avvenivano alla Biennale di Venezia e nelle principali città italiane, con l’aiuto di una rete di consulenti (amici appassionati d’arte, storici dell’arte, galleristi e mercanti, gli stessi artisti).
L’obiettivo dichiarato era quello di documentare lo sviluppo delle arti in Italia (cui si aggiungevano significativi esempi stranieri) nel secolo XIX e all’inizio del successivo. I criteri delle scelte erano poi ispirati a un moderato conservatorismo, per cui solo il figurativo veniva accolto e le avanguardie estreme erano del tutto escluse. Entrarono così nella collezione di Giuseppe Ricci Oddi i protagonisti del romanticismo italiano, Francesco Hayez e Giovanni Carnovali detto il Piccio, come tutti i maggiori macchiaioli, da Giovanni Fattori a Silvestro Lega a Telemaco Signorini. Grande spazio veniva dedicato ad Antonio Mancini e al paesaggista Antonio Fontanesi, il più internazionale degli artisti italiani dell’Ottocento, visto che era vissuto a lungo in Svizzera e aveva avuto una significativa esperienza giapponese. I cosiddetti “italiani di Parigi” (Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi) sono presenti con tre pezzi di eccezionale qualità. La stagione del simbolismo era molto ben rappresentata e così pure quella divisionista (due capolavori i dipinti di Angelo Morbelli e Giuseppe Pellizza da Volpedo). La ricerca dell’opera di assoluta qualità era lenta, faticosa; in più casi il collezionista intrattenne rapporti amichevoli con gli artisti, come accadde con lo scultore Merdardo Rosso, reduce da Parigi, di cui acquisì l’Ecce puer. Entrarono poi nella raccolta tutti i grandi artisti italiani di primo Novecento, da Boccioni a Carrà, da Carena a Campigli, fino a De Pisis e Casorati. Tra gli stranieri lo svedese Carl Larsson, l’austriaco Albin Egger-Lienz, il francese Auguste Ravier, l’americano Augustus Koopman. Anno 1924: l’imponente raccolta viene donata alla città di Piacenza e Ricci Oddi fa costruire, a sue spese, l’edificio per ospitarla: una strutttura museale avveniristica, modernissima nelle sue impostazioni e tra i pochi esempi italiani di museo progettato per essere tale, senza riutilizzare un edificio preesistente. Nel 1931 la Galleria veniva inaugurata, alla presenza del principe Umberto, erede al trono (sarebbe diventato re Umberto II) , ma in assenza del donatore, troppo schivo per partecipare alla cerimonia. Da allora la Galleria Ricci Oddi ha cominciato la sua vita, connotata da continue acquisizioni, da un’intensa attività espositiva e da un continuo lavoro di studio sull’Ottocento italiano ed europeo.
Data Inizio: 14/09/2008
Data Fine: 18/01/2009
Eurochocolate 2008
A Perugia, dal 18 al 26 Ottobre 2008, Eurochocolate sarà Play Chocolate, un inno al gioco, all’allegria e alla musica, l’ennesima golosa sfida per liberare la nostra parte più spensierata sulle ali della fantasia e ritrovare, nel gusto del cioccolato, la dimensione ludica che appartiene ad ognuno di noi.
Del resto, il cioccolato ci fa tornare un po’ bambini ed Eurochocolate è una grande festa, dove tutti vengono per conoscere da vicino il Cibo degli Dei, per provarlo nelle sue innumerevoli, tradizionali o insolite varietà, per lasciarsi coinvolgere e avvolgere dal clima vivace che si respira nel centro storico della città. Insomma, per divertirsi in nome del cioccolato!
L’immagine-simbolo di Play Chocolate è un aeroplanino di quelli che tutti noi da bambini abbiamo costruito con la carta e che, volando, ci ha portato in alto con l’immaginazione.
L’edizione 2008 della più famosa festa del cioccolato, dunque, per i suoi quindici anni di vita si prospetta ancora più divertente e gioiosa di sempre, a partire dai nuovi prodotti giocosi e golosi che saranno presentati per l’occasione da Costruttori di Dolcezze, il giovane brand nato all’interno del grande contenitore di Eurochocolate.
Molte le iniziative che animeranno Perugia dal 18 al 26 Ottobre, tantissime le novità ancora top secret, mentre non mancheranno gli appuntamenti irrinunciabili come i corsi per bambini ed adulti, lo spazio internazionale di Eurochocolate World, dedicato ai Paesi produttori di cacao, l’imperdibile Chocolate Show animato da un’infinità di prodotti rigorosamente a base di cacao e cioccolato.
Eurochocolate, per il quarto anno consecutivo, sarà preceduta, il 12 ottobre, dal Chocoday, il giorno deputato alla celebrazione del Cioccolato puro per la difesa e la promozione del prodotto di qualità, nel rispetto dei criteri di equità e sostenibilità della filiera produttiva, ideato e portato avanti da Eurochocolate con il coinvolgimento di tanti soggetti che operano nel mondo del cioccolato.
informazioni tratte da: http://www.paesionline.it/perugia/feste_sagre_perugia.asp
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